Il Presepe di Maurizio Travaglini

L’artista napoletano Maurizio Travaglini, conosciuto come Mtra, realizza presepi artistici di alta qualità artiginale con la tecnica della sagomatura a freddo del sughero.

L’intento dell’autore è non solo quello di mantenere viva una tradizione popolare, ma anche di attribuire un significato morale più profondo alle sue opere attraverso l’introduzione di elementi caratteristici che differenziano i presepi l’uno dall’altro, rendendoli unici (ad esempio le colonne con capitello dorico della cultura classica antica, simbolo di una memoria storica, oppure una casa diroccata ecc).

La scelta del rifiuto di una produzione in serie non è infatti casuale ma è frutto di un’attenta riflessione che permette al presepe di essere un elemento di arredamento innovativo che vive non solo durante il periodo natalizio, ma tutto l’anno e che rispecchia la semplicità di azioni, comportamenti e gesti quotidiani, di tutti i giorni.

La mancata introduzione dei pastori fornisce alle opere una maggiore libertà all’immaginazione e alla fantasia dell’osservatore, permettendogli di focalizzare minuzie nei dettagli architettonici adoperati dall’autore, talmente curati da sembrare reali; il non avere una scenografia già impostata dalla presenza di pastori, permette infatti di avere scene sempre diverse, ognuna creata dal frutto dell’immaginazione del rispettivo osservatore, variabile quindi da persona a persona e facilmente rinnovabile.

Uno stesso osservatore inoltre, può guardare l’opera in momenti diversi e creare ogni volta scenari nuovi. Nasce quindi un dualismo e un coinvolgimento emotivo tra due elementi comunemente contrapposti: la conservazione e l’innovazione (ossia il cambiamento).

Con il primo termine si intende la conservazione “quasi eterna” delle opere, le quali sono realizzate, non a caso, in sughero, un materiale naturale ed ecologico estratto dalla corteccia della quercia da sughero, estrazione che non reca danni alla pianta in quanto essa si rigenera costantemente con un ciclo biologico di 9 anni.

Per questa ragione tale materiale diviene così l’emblema della conservazione, dell’eternità, in quanto non si deteriora né si modifica nel tempo come testimoniano i presepi del ‘700 di Giuseppe San Martino, Michele Cuciniello ed altri, permettendo quindi all’opera di essere tramandata di generazione in generazione conservando insieme ad essa il valore emotivo e la memoria artistica di un artigianato d’eccellenza.

Tale dualismo dà la possibilità di possedere un’opera che sia sempre la stessa ma contemporaneamente sempre nuova.

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Maurizio Travaglini
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maurizio@mtra.it

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